Sesso e comunicazione

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Pubblicità degli stilisti Dolce&Gabbana, nella quale il ricorso all’uso del sesso come forma di comunicazione è piutosto esplicito

1. Il carattere linguistico della sessualità umana

La sessualità umana appartiene costitutivamente al mondo della comunicazione. Essa possiede infatti un essenziale carattere linguistico, in quanto è all’origine di ogni forma di relazione umana. L’essere-uomo e l’essere-donna sono due modi di essere-al-mondo, che tendono, di loro natura, alla reciprocità. L’umano è, fin dall’inizio, costituito da una unità, che si incarna in una differenza, la quale ha come obiettivo la realizzazione della comunione interumana. Dire che la sessualità è linguaggio significa dunque cogliere lo spessore ontologico che la connota e il dinamismo secondo il quale essa deve svilupparsi.
Lo statuto bisessuato dell’umano è anzitutto la radice della relazionalità. La differenza tra uomo e donna non è infatti riducibile al semplice dato biologico e non può neppure essere concepita come mera espressione di processi culturali, per quanto importanti; essa ha la sua ragione ultima nella struttura relazionale dell’umano come dimensione profonda della sua stessa natura. La relazione non è qualcosa di accidentale o di accessorio, ma definisce l’essere dell’uomo. L’uomo diventa uomo solo nel ‘faccia a faccia’ con la donna, e la donna diventa donna nel ‘faccia a faccia’ con l’uomo, cioè nell’articolarsi di un incontro, che si sviluppa nel segno di un reciproco riconoscimento e che ha il suo momento culminante nell’esperienza dell’amore. In questo senso il sesso è linguaggio, che istituisce la possibilità (anzi la necessità) della relazione; è una porta aperta sul mondo dell’altro, una modalità di essere che apre l’io al tu; in definitiva, un’energia comunicazionale.
Questo essenziale carattere linguistico della sessualità è anche il motivo profondo della sua ambivalenza. Come ogni linguaggio, anche quello sessuale, che è fatto di gesti radicalmente coinvolgenti la corporeità, svela e vela, manifesta e copre. Esiste infatti uno scarto, mai del tutto superabile, tra la ricchezza interiore dei sentimenti e degli affetti e la loro concreta manifestazione nella donazione fisica, tra l’orizzonte indefinito del desiderio e l’esperienza sempre finita del piacere. L’amore, quando è autentico, ha bisogno di gesti che lo incarnino e lo aiutino a crescere; ma esso è più grande di ogni gesto e rinvia avanti e oltre secondo un dinamismo inarrestabile. Il carattere ambivalente del sesso emerge tuttavia, ancora più radicalmente, secondo la visione cattolica, nell’uso distorto che di esso si può fare quando si mortifica il suo originario significato relazionale, riducendolo a semplice strumento di gratificazione fisica o di soddisfazione immediata di esigenze istintuali. Il linguaggio può essere veicolo di trasmissione della verità, ma può anche diventare mezzo per il suo occultamento o per la sua falsificazione. Il gesto sessuale può essere espressione di un amore vero e via attraverso la quale esso matura, ma può anche trasformarsi in oppressione dell’altro che si consuma mediante la sua oggettivazione, la riduzione a cosa utile per la ricerca egoistica del proprio piacere individuale.
La dimensione comunicativa della sessualità è inoltre chiaramente evidenziata anche dal connaturale significato di procreatività, che è inscritto nelle sue stesse dinamiche biologiche. La riproduzione della vita, che si realizza attraverso la pienezza dell’incontro sessuale, è espressione di un atto di piena comunicazione tra due soggetti, che dà origine a un nuovo soggetto umano. La procreazione umana non deve dunque essere concepita come un mero atto biologico, ma come un autentico processo umano, che va gestito secondo il criterio di una seria responsabilità. La chiamata alla vita del figlio acquisisce valore umano, in quanto è frutto di un amore tanto grande da sentire il bisogno di condividerlo, partecipandolo a un’altra creatura. La stessa comunicazione di coppia viene in tal modo modificata: i due devono infatti integrare nel loro rapporto la dimensione della genitorialità e l’impegno a esercitarla nei confronti del figlio che è stato loro donato e che va aiutato a crescere come persona.
L’assenza di attenzione a questo aspetto – si pensi all’allarmante riduzione della natalità in Occidente – o la tendenza a enfatizzarne la portata, trasformandolo in diritto assoluto e incondizionato – come avviene quando si ricorre a tutti i costi alle tecniche di riproduzione assistita – denuncia la mancanza di una corretta visione di questa dimensione della sessualità, che ha, nella prospettiva personalistica, una ricchezza molto più profonda di significati e un più ampio orizzonte di espressione.

2. L’ambivalenza della sessualità nell’odierno contesto socioculturale

Ad accentuare queste tendenze negative insite nella sessualità concorre oggi, in misura determinante, il contesto socioculturale nel quale viviamo. Il superamento della visione tabuistico-repressiva, a lungo egemone nella cultura occidentale, ha dato vita a un processo di liberalizzazione selvaggia, che finisce per svuotare il sesso dei suoi più profondi significati. Il permissivismo dilagante ha come esito la riduzione della sessualità a merce da consumare, separandola radicalmente dall’amore e destituendola delle sue valenze simboliche; in definitiva, banalizzandola.
Gli strumenti di comunicazione sociale concorrono, in modo decisivo, a determinare questo appiattimento. La televisione e il cinema, e più ancora il sistema pubblicitario, alimentano la nascita di stereotipi e di status-symbols, improntati a una concezione meramente edonistica e ludica del sesso, dalla quale è del tutto assente la dimensione relazionale. Lo sfruttamento del corpo (specialmente della donna) a fini puramente commerciali e il ricorso a mezzi sempre più sofisticati che sollecitano istinti morbosi facendo leva sulle dinamiche sotterranee dell’inconscio, sono altrettanti espedienti attraverso i quali si perviene al depauperamento della sessualità di quanto ha di più vero e umanizzante. Le nuove frontiere aperte dall’informatica e dalla telematica, che consentono l’attivarsi di forme inedite di comunicazione ‘in tempo reale’, offrono nuove possibilità di esperienze – si pensi ai video-games a sfondo sessuale e ai giochi erotici a distanza – che incrementano l’individualismo, stravolgendo il senso più autentico della comunicazione. Da energia comunicazionale la sessualità sembra trasformarsi in strumento per l’alimentazione del narcisismo solipsistico e persino della impotenza. Il vissuto sessuale umano appare pertanto contrassegnato dalla presenza di atteggiamenti contraddittori e schizofrenici. La persistenza del tabù del passato – non ci si libera facilmente da tendenze che si sono a lungo sedimentate negli strati più profondi dell’inconscio collettivo e che sopravvivono ancestralmente in esso – si scontra con la proposta liberalizzata in senso consumistico propria della nostra società, dando origine a disturbi comportamentali e sviluppando sentimenti di colpevolezza patologici.
La coscienza dell’uomo risulta, di conseguenza lacerata tra gli opposti poli della rimozione e del mito, con la difficoltà a fare sintesi, a ristabilire cioè un corretto equilibrio e una giusta armonia. La pressione sempre più consistente esercitata dai media che hanno una grande capacità pervasiva, aggrava questa situazione. La sessualità è sempre meno percepita per quello che è, nelle sue potenzialità e nei suoi limiti, e rischia invece di essere eccessivamente enfatizzata come realtà illimitata o, inversamente, di essere ulteriormente tabuizzata e rimossa. Alla repressione del passato si aggiunge una nuova modalità di repressione, che è frutto della perdita del suo più radicale spessore umano.

3. Il compito etico-educativo nel quadro della comunicazione sociale

La restituzione alla sessualità del suo connaturale significato comunicativo deve fare seriamente i conti con questo insieme di dati. Il sesso umano non è solo via per la crescita della relazionalità interpersonale, ma riveste anche un’importanza decisiva per l’articolarsi delle relazioni sociali. La sessualità è una conformazione della persona, che dischiude a essa l’orizzonte dell’altro e degli altri. La relazione io-tu, che fonda il senso dell’identità e dell’appartenenza, abilita l’uomo ad aprirsi al ‘noi’ della società. L’armonia conseguita nei rapporti intersoggettivi è condizione essenziale per un positivo inserimento nella realtà sociale. Le ricerche socio-antropologiche più attuali hanno messo in luce lo stretto legame di interdipendenza esistente tra alienazione sessuale e alienazione sociale. La liberazione della società da strutture autoritarie, che generano oppressione e sperequazioni sociali, è anche legata alla liberazione della sessualità, perché ritrovi il carattere di energia vitale capace di cementare positivamente i rapporti umani.
La fuoriuscita dall’attuale concezione permissivo-consumistica passa attraverso un uso corretto degli strumenti di comunicazione. L’etica ha come compito fondamentale quello di fare luce criticamente sui processi perversi in corso, dai quali discendono stili di vita e modelli comportamentali gravemente lesivi dei valori sottesi alla sessualità. L’abilitazione a un costante discernimento dei messaggi per coglierne le dinamiche più profonde ed evitare il loro assorbimento passivo è un momento essenziale dell’opera educativa. Ma questo non basta. È soprattutto importante dar corso a un impegno formativo della persona che l’aiuti a ricuperare, non solo teoricamente ma soprattutto a livello esistenziale, la ricchezza dei significati della sessualità umana, armonizzandoli tra loro e favorendo lo sviluppo di una vera maturità umana. Il peso determinante del sesso sulla costruzione dell’identità soggettiva e sull’articolarsi delle relazioni, non soltanto interpersonali ma anche sociali, esige una particolare attenzione ai dinamismi socioculturali odierni e la messa in atto di esperienze che favoriscano il superamento delle contraddizioni tuttora presenti. In quanto energia comunicazionale, la sessualità deve essere sottratta al pericolo di un appiattimento banalizzante per essere pienamente restituita alle sue potenzialità umane. Il destino della vita associata, nei suoi diversi aspetti, è strettamente connesso a una positiva integrazione del sesso, perché diventi linguaggio della vita e lievito fecondo delle relazioni umane.

Bibliografia

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Note

Come citare questa voce
Piana Giannino , Sesso e comunicazione, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (19/04/2024).
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