Cultural studies

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Area di ricerca tesa a studiare i fenomeni e le pratiche della società e della cultura contemporanea secondo una prospettiva sociologica e critica insieme, i c.s. nascono come British Cultural Studies presso il Dipartimento di Inglese dell’Università di Birmingham, nel 1964 con la fondazione del Centre for Contemporary Cultural Studies (CCCS), anche se già dalla fine degli anni Cinquanta Richard Hoggart e Raymond Williams avevano portato avanti nella stessa università una serie di studi che avrebbero in seguito ispirato il lavoro del Centro. Dopo Hoggart, dal 1969 e per circa un decennio, il CCCS fu diretto da Stuart Hall, oggi forse la figura dei c.s. più famosa a livello internazionale. Il CCCS iniziò il suo lavoro con lo scopo di ‘smascherare’ i presupposti ideologici della tradizione umanistica degli studi accademici, di criticarne il progetto educativo per la pretesa di presentarsi come parte di una conoscenza "universale e disinteressata", di denunciarne il ruolo normativo (e mai semplicemente descrittivo o trasmissivo) nel promuovere un tipo di cultura aperta alla fruizione di un ristretto numero di eletti (Hall, 1990). La strategia era quella di associare all’analisi di testi e fenomeni specifici l’elaborazione di modelli teorici generali, saccheggiando, con veri e propri "raid" (il termine è di Hall), le altre discipline: sociologia, antropologia, critica letteraria, scienze politiche, economia. Unitamente alla critica della tradizione umanistica, il CCCS ha svolto nel corso degli anni una serie di studi:
1) sui subcultural groups, primo fra tutti il pianeta sommerso dei giovani, dei loro stili di vita, delle mode, dei conflitti con il mondo degli adulti e della cultura ufficiale;
2) sui mass media, sul loro complesso ruolo ideologico (esteso al di là di una semplicistica nozione di ‘influenza diretta’ e di ‘stimolo-risposta’), sulla loro strutturazione linguistica del significato (non più semplicemente ‘veicolato’ dai media), sull’ audience (non più oggetto passivo e indifferenziato di manipolazione ideologica, ma soggetto attivamente impegnato nel processo di attribuzione e produzione del significato);
3) sul femminismo e sull’anti-razzismo, a denunciare la presenza di universi esistenziali finora ignorati o emarginati.
Negli anni Ottanta il CCCS, divenuto un dipartimento vero e proprio di c.s., si è indirizzato, tra le altre cose, allo studio delle strategie di potere e di egemonizzazione del consenso del governo thatcheriano e dei cambiamenti da questo prodotti nella società e nella cultura britanniche. Di particolare interesse risultano anche i più recenti studi sul multiculturalismo, sul post-colonialismo, sul rapporto fra il ‘locale’ e il ‘globale’, sulla mondializzazione dei media, sulla versione poststrutturalista delle nozioni di soggettività e agency, sulle questioni sollevate dalla identity politics, sulla ‘condizione postmoderna’. Dalla Gran Bretagna, i c.s. si sono rapidamente diffusi, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, negli Stati Uniti e in Australia, assumendo di volta in volta caratteristiche, finalità e motivazioni diverse, sulla base dei diversi contesti nazionali e delle diverse tradizioni culturali. Tuttavia da questa indeterminatezza di fondo emergono due presupposti fondamentali che variamente si nutrono l’uno dell’altro e che sicuramente informano tutti i molteplici percorsi critici dei c.s.
Il primo è rappresentato da un’irrinunciabile vocazione politica che si sostanzia nella ricerca di una risposta al rapporto fra potere e cultura, fra ideologia ed esperienza, fra egemonia e resistenza. Gli studiosi dei c.s. sono mossi da un impegno intellettuale e politico al tempo stesso, fondato su una ‘doppia articolazione della cultura’ secondo cui la cultura è non solo il campo d’azione dell’analisi, l’oggetto di studio, ma anche il terreno ove si configura la possibilità di operare critiche e invocare interventi politici. Anche se consapevoli della natura destabilizzante dei processi linguistici e di significazione, questi ricercatori ritengono che non si possa ignorare che il simbolico è anche fonte di identità e investimento personale, terreno di confronto e rielaborazione culturale, strumento di potere e prevaricazione, causa immateriale di entità come istituzioni e partiti politici, classi sociali, università, corporazioni economiche, gruppi religiosi e razziali, nazioni, ecc.
Il secondo presupposto consiste in un generale atteggiamento di apertura epistemologica e metodologica. Proprio in virtù della ‘politicizzazione’ della teoria (e ‘teorizzazione’ della politica) i c.s. rifiutano di darsi un’unità e identità disciplinare precisa, presentandosi, qui-ora, come un insieme di saperi localizzati, che vanno dibattuti in maniera dialogica. Partire, come spesso fanno i c.s., da un ‘testo’ apparentemente banale e cercare di darne una lettura aprendosi a considerazioni di tipo economico, estetico, demografico, storico-politico, autoreferenziale significa operare in maniera relativizzante e democratizzante, consapevoli non solo di non aver prodotto l’unica lettura ‘giusta’, ma di aver lavorato solo su alcuni aspetti di un vasto e complesso orizzonte esplorativo. In definitiva, i c.s. si presentano come una sorta di crocevia epistemologico e di bricolage metodologico, dove paradigmi di pensiero e strategie di indagine più o meno tradizionali si incontrano e possono essere articolati in sempre nuove combinazioni e permutazioni, in risposta alle diverse problematiche e variabili contestuali della società contemporanea. È in questi termini che i c.s. vanno intesi come una delle aree di ricerca che negli ultimi anni si muovono in direzione di un superamento della dicotomia tra ricerca ‘amministrativa’ e ‘critica’, il che si traduce in una vocazione alla multidisciplinarità e in un impegno intellettuale sostenuto da una progettualità politica (Teorie sociali della comunicazione).

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Note

Come citare questa voce
Cappello Gianna , Cultural studies, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (07/12/2024).
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