Valutazione dei film e dei programmi televisivi

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Autore: Paolo Bafile

1. Valutazioni relative ai film

I film sono oggetto di v. in più occasioni e in diverse sedi, ufficiali e non, con finalità e conseguenze assai differenti e da parte di vari organismi sia pubblici sia privati, per lo più costituiti in commissioni, comitati o giurie. Le v. che comportano gli effetti più concreti sono quelle, previste dalla vigente legislazione sul cinema, che riguardano i film nazionali.
Una prima v. è diretta ad accertare che i film presentino "oltre che adeguati requisiti di idoneità tecnica, anche sufficienti qualità artistiche, culturali o spettacolari" e che, nello stesso tempo, non "sfruttino volgarmente temi sessuali a fini di speculazione commerciale" (art. 5 della legge 4 novembre 1965, n. 1213 ). L’esame è demandato a un Comitato degli esperti, istituito presso il ministero del Turismo e dello Spettacolo (ora ministero per i Beni e le Attività culturali), che ha il compito di operare una prima selezione dei film dichiarati ‘nazionali’ ai fini dell’ammissione alle provvidenze di legge. Come si vede, si tratta di accertare se i film nazionali abbiano dei requisiti qualitativi minimi per essere ammessi agli aiuti statali (contributi, abbuoni fiscali, ecc.).
Una seconda selezione, a livello più alto, è quella operata dalla Commissione per gli attestati e i premi di qualità ai lungometraggi, che sceglie, tra i film già ammessi e per i quali sia stata presentata apposita domanda, quelli meritevoli dei sostanziosi premi in danaro previsti dalla legge (denominati ‘premi di qualità’), che possono essere assegnati a un massimo di venti film ogni anno.
Un altro tipo di v., che riguarda tutti i film, sia nazionali che stranieri, sia di lungo che di corto metraggio, è quello operato dalle Commissioni di revisione cinematografica, ai sensi della legge 21 aprile 1962 n. l61, ai fini del rilascio del ‘nulla-osta di proiezione in pubblico’, comunemente detto ‘visto di censura’, con o senza divieti per i minori.
Tale v. determina, in concreto, una sorta di classificazione dei film, che possono essere dichiarati (nell’ordine): visibili per tutti, vietati ai minori di 14 anni, vietati ai minori di 18 anni e – caso più teorico che reale – ‘bocciati’ in censura e, dunque, non ammessi alle proiezioni nelle sale cinematografiche pubbliche (Censura).
Del tutto diverse, anche perché affidate a semplici giurie, generalmente costituite da critici cinematografici, studiosi o esperti o professionisti del cinema (registi, attori, ecc.), sono le v. dei film presentati in concorso a festival e rassegne varie, che si svolgono, numerose, in molti Paesi. Si tratta, in genere, di v. eminentemente artistico-culturali, che danno ai film e ai loro produttori vantaggi per lo più indiretti – di tipo propagandistico o pubblicitario, ma anche di prestigio o d’immagine – che, tuttavia, possono avere favorevoli e concrete ripercussioni anche nel mercato cinematografico.
Ovviamente, esiste una notevole differenza di valore e d’importanza fra i vari premi o riconoscimenti che vengono annualmente attribuiti nelle tante manifestazioni che costellano l’anno cinematografico. Oltre ai i Leoni d’oro e d’argento di Venezia, alle Palme di Cannes, agli Orsi di Berlino o agli Oscar americani, si deve pensare anche alle modeste o modestissime rassegne d’importanza puramente locale, che non rinunciano, però, a distribuire a piene mani premi, attestati, targhe, coppe e diplomi ai film partecipanti, in base a ‘valutazioni’ talvolta assai benevole.
In ambito cattolico meritano una menzione le v. (e le conseguenti attribuzioni di premi) da parte dell’OCIC. Le sue giurie, composte di sette persone, operano nell’ambito dei più importanti festival cinematografici: di particolare rilievo il premio OCIC assegnato in occasione della Mostra di Venezia. Detti premi tengono conto, essenzialmente, della presenza di valori umani e cristiani nei film, allorché questa sia nobilitata ed esaltata dal buon livello artistico-culturale dell’opera. Le giurie dei premi OCIC, peraltro, dato il loro carattere di organismi non ufficiali, esprimono giudizi del tutto autonomi e secondo criteri propri, senza collegamenti con le Conferenze Episcopali dei vari Paesi. I Prix OCIC possono essere assegnati soltanto a film in concorso nei diversi festival, mentre quelli fuori concorso possono ricevere soltanto ‘menzioni’ speciali.
Notevole prestigio, infine, hanno raggiunto, specialmente negli ultimi tempi, i premi La Navicella, assegnati da apposite giurie nel quadro di annuali manifestazioni-convegno organizzate dal cattolico Ente dello Spettacolo di Roma.

2. Valutazioni di programmi televisivi

Anche i programmi televisivi sono oggetto di particolari v., che vengono utilizzate soprattutto per individuare la ‘fascia oraria’ in cui il singolo programma può essere mandato in onda.
Quando il programma televisivo è costituito dalla trasmissione di un film, la legge utilizza direttamente le v. delle competenti commissioni di revisione cinematografica: i film giudicati ‘per tutti’ possono essere trasmessi a qualsiasi ora; quelli vietati ai minori di 14 anni solo nella fascia oraria che va dalle 22,30 alle 7 del mattino, mentre quelli vietati ai minori di 18 anni, alla pari di quelli privi del visto di censura, non possono mai essere trasmessi in televisione (art. 15 commi 11 e 13 della legge 6 agosto 1990 n. 223 sulla ‘Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato’, meglio nota come ‘legge Mammì’).
Per quanto riguarda, invece, la fiction televisiva in genere (diversa, dunque, dalla trasmissione di film ‘cinematografici’) la legge 30 maggio 1995 n.203 sul ‘Riordino delle funzioni in materia di turismo, spettacolo e sport’ (art.3, commi 4 e 5) prevede la facoltà – ma non l’obbligo – per i produttori, distributori o concessionari televisivi di sottoporre tali programmi all’esame delle medesime Commissioni di revisione cinematografica, al fine precipuo di conoscere, in via preventiva, in quale fascia oraria il singolo programma possa essere trasmesso con la certezza di non incorrere in sanzioni. Per il suo carattere volontario questo tipo di controllo non rientra, propriamente, nel concetto di censura, ma va citato ugualmente fra le v. alle quali i programmi televisivi possono essere sottoposti.
Una particolare v. dei programmi televisivi che ha carattere squisitamente privatistico è quella nata nel 1993 a iniziativa della FRT (Federazione Radio Televisioni) e che va sotto il nome di ‘Codice di regolamentazione convenzionale dei princìpi, delle norme e delle regole cui si attengono le televisioni commerciali ai fini di assicurare il rispetto dei diritti e delle esigenze di un armonioso sviluppo dei telespettatori in età evolutiva’.
Al Codice aderiscono Canale 5, Rete 4, Italia 1 e circa 150 emittenti commerciali locali. Esso ha istituito una sorta di "fascia protetta", dalle ore 16 alle ore 19, durante la quale le trasmissioni devono essere visibili, senza alcuna possibilità di pregiudizio per il loro sviluppo, anche da ragazzi e bambini. Tale protezione arriva fino alle ore 22,30 per quanto riguarda la trasmissione di promo o trailer, il cui contenuto deve rispondere agli stessi criteri di prudenza e di rispetto che sono propri delle trasmissioni nella fascia oraria 16-19.
Si tratta di v. del tutto autonome, che vengono demandate a un apposito Comitato di attuazione del Codice, composto, pariteticamente, da sei rappresentanti delle emittenti radiotelevisive e da sei rappresentanti delle associazioni di utenti. Va precisato che le v. non hanno carattere preventivo, ma operano dopo che le trasmissioni sono andate in onda, utilizzando, a tal fine, anche le segnalazioni che pervengono da singoli telespettatori, sia direttamente alla FRT, sia alle associazioni rappresentate nel Comitato o, comunque, aderenti all’iniziativa. Dette v. non possono, dunque, impedire che nella fascia oraria protetta siano trasmessi programmi poco adatti ai ragazzi, ma costituiscono il presupposto per applicare le sanzioni previste dallo stesso Codice di autoregolamentazione, che possono arrivare fino all’espulsione dalla FRT dell’emittente responsabile dell’infrazione.
Un breve cenno merita anche l’iniziativa, adottata da alcune emittenti, di avvertire il pubblico, prima e durante la trasmissione televisiva, con un dischetto colorato posto a sinistra in basso del teleschermo, se il programma – per lo più un film, ma anche altro tipo di fiction – sia adatto anche ai ragazzi (= disco verde), se richieda almeno la presenza di un genitore o di un familiare adulto accanto al bambino (= disco giallo) o se il programma sia inadatto e, dunque, sconsigliabile per i giovanissimi (= disco rosso). Tali segni convenzionali (detti comunemente "bollini" o "semaforini"), la cui efficacia, peraltro, è apparsa dubbia o discutibile, sono in realtà diretti, secondo i promotori dell’iniziativa, essenzialmente ai genitori e non, nelle intenzioni, ai ragazzi e ai bambini. Comunque, alla base di queste segnalazioni vi è certamente una qualche attività di v. dei programmi, sia pure rudimentale e approssimativa, che va, pertanto, registrata in questa sede.

3. Valutazioni di carattere educativo-pastorale

Nello specifico settore del cinema sono da ricordare le v. effettuate dalla ‘Commissione nazionale per la v. dei film’ operante nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana, in base a criteri approvati dal Consiglio permanente della stessa CEI.
La v. viene anche sintetizzata in una apposita classificazione, che è formulata con due parole significative. La prima esprime la v. globale del film: Raccomandabile - Accettabile - Futile o Inconsistente o Fatuo - Accettabile (con) riserve - Discutibile - Inaccettabile. La seconda parola indica la facilità o difficoltà di lettura del film, oppure specifica la motivazione della v. globale. A titolo esemplificativo si riportano i termini più spesso utilizzati: Semplice - Complesso - Ambiguo - Scabroso - Negativo - Licenzioso. Al fine di illustrare più compiutamente il contenuto e il carattere di ciascun film, viene indicato anche il ‘genere’ al quale il film appartiene (o si avvicina): Drammatico - Commedia - Farsesco - Fantastico - Grottesco - Metafora - Thrilling - Avventuroso - Noir - Poliziesco - Horror - Giallo - Spionaggio. Vengono, infine, aggiunti degli asterischi, che sono indici della qualità (tecnico-artistica) del film.
Il compito di valutare la pellicola, assolto in origine dal Centro Cattolico Cinematografico, è stato affidato, a partire dal novembre 1996 e con apposito protocollo d’intesa, alle cure dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC), nell’ambito della quale continua a operare la Commissione Nazionale Valutazione Film, diretta emanazione della Conferenza Episcopale Italiana.
II protocollo d’intesa pone a carico dell’ACEC anche l’impegno a garantire la più ampia diffusione possibile di tali v. pastorali, soprattutto attraverso i media ecclesiali. Da alcuni anni, peraltro, le v. della Commissione vengono diffuse attraverso le ‘informazioni cinematografiche’ settimanali, realizzate con la collaborazione del SIR (Servizio Informazioni Religiose). Detto servizio viene diffuso, oltre che a mezzo stampa, anche via Internet.
I principali destinatari di queste v. e delle conseguenti classificazioni sono i responsabili delle sale cinematografiche parrocchiali o, comunque, cattoliche (Sala della comunità), oltre che le singole persone interessate (genitori, insegnanti, educatori in genere) e poi associazioni, cine-club, ecc.; non solo per la scelta degli spettacoli in sala cinematografica, ma anche per selezionare i film da vedere nella ‘normale’ televisione o sulle pay-Tv o in videocassetta.

P. Bafile

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Note

Come citare questa voce
Bafile Paolo , Valutazione dei film e dei programmi televisivi, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (09/10/2024).
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