Adorno Theodor W.
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Autore: Carlo Gagliardi
Pseudonimo di Theodor Wiesengrund (Adorno era il cognome della madre, di lontana origine italiana, che lo studioso assunse per sé), nasce nel 1903 a Francoforte sul Meno da una famiglia di musicisti. Studia filosofia e approfondisce la conoscenza delle più innovatrici correnti musicali. S’interessa ben presto ai problemi della comunicazione nonché a quelli della produzione e della fruizione dell’opera d’arte. Dopo aver conseguito la laurea sostenendo una tesi sulla filosofia di Husserl, diventa professore legandosi all’Istituto per la Ricerca Sociale di Francoforte diretto da Max Horkheimer, nel cui ambito si esprimeranno a lungo i migliori filosofi e sociologi tedeschi, tra i quali Walter Benjamin cugino di A. Con l’avvento del nazismo (1933) è costretto all’esilio, prima a Parigi e in Inghilterra, poi negli Stati Uniti dove Horkheimer lo ha preceduto fondando un Istituto presso la Columbia University di New York. Rientrato in patria dopo la guerra, nel 1958 succede a Horkheimer nella direzione dell’Istituto francofortese. Muore nel 1969 a Viège, in Svizzera.
Figura rappresentativa della Scuola di Francoforte e promotore con Horkheimer della ‘teoria critica della società’, mediante alcune sue opere ha segnato la storia del pensiero sulla cultura di massa. Fin dai primi scritti dedicati alla musica (1940-1945) A. osservò come la stessa si presentasse, nelle società contemporanee, con tutti i caratteri di una "merce", prodotta in funzione di un mercato in cui il valore di scambio prevale sul valore d’uso. Ad esempio, le esecuzioni trasmesse alla radio la riducono al rango di abbellimento quotidiano che annulla del tutto quella che W. Benjamin definiva la sua "aura"; isolando l’ascoltatore, la radio distrugge lo "spazio sinfonico" che invece avvolge l’individuo durante un concerto, e incrementa in tal modo la standardizzazione. Il corpus musicologico di A. annovera contributi quali Filosofia della musica moderna (1949), Introduzione alla sociologia della musica (1962) e Il fido maestro sostituto. Studi sulla comunicazione della musica (1963).
Se i frammenti di Minima moralia, elaborati negli anni dal 1944 al 1947 e pubblicati nel 1951, testimoniano del suo impegno, l’opera più significativa in cui A. approfondisce la propria riflessione è certamente La dialettica dell’Illuminismo scritta con Horkheimer (1947). In essa viene formulata organicamente la ‘teoria critica’ e stigmatizzata la logica del profitto che orienta la produzione industriale dei beni culturali snaturando la creatività. Nella società tecnologica l’uomo, ridotto a standard collettivi di comportamento, non ha più la capacità di difendersi dalla propaganda esercitata attraverso i mass media e si convince della razionalità del meccanismo che lo opprime. I media concorrono al processo di "omogeneizzazione dei valori": lungi dal favorire la democratizzazione, ingenerano conformismo e sottomissione. Sebbene il pensiero non sia in grado, di per sé, di mutare le cose del mondo, esso ha tuttavia il compito irrinunciabile di "porsi di fronte a ciò che lo sgomenta" come "pensiero negativo", cioè in quella posizione di rifiuto del dato positivo che rappresenta per la Scuola di Francoforte la più caratteristica postulazione della dialettica hegeliana. Riprendendo anni dopo la tematica dell’industria culturale, A. ribadirà con forza che la società di massa non è altro che illusione e alienazione. La tesi sarà sviluppata, con successo popolare, da Herbert Marcuse.
Tra le altre opere di A. si segnalano le Lezioni di sociologia tenute in comune con Horkheimer (1956), Dialettica negativa (1967) e Teoria estetica (pubblicata postuma nel 1970). Negli ultimi anni di vita la sua "mentalità saggia e insieme tragica e scontrosa" (come l’aveva definita Thomas Mann) entrò in contrasto con il movimento studentesco che non seppe riconoscere il debito verso il suo magistero, mentre A. non ne voleva riconoscere la propria paternità.
Figura rappresentativa della Scuola di Francoforte e promotore con Horkheimer della ‘teoria critica della società’, mediante alcune sue opere ha segnato la storia del pensiero sulla cultura di massa. Fin dai primi scritti dedicati alla musica (1940-1945) A. osservò come la stessa si presentasse, nelle società contemporanee, con tutti i caratteri di una "merce", prodotta in funzione di un mercato in cui il valore di scambio prevale sul valore d’uso. Ad esempio, le esecuzioni trasmesse alla radio la riducono al rango di abbellimento quotidiano che annulla del tutto quella che W. Benjamin definiva la sua "aura"; isolando l’ascoltatore, la radio distrugge lo "spazio sinfonico" che invece avvolge l’individuo durante un concerto, e incrementa in tal modo la standardizzazione. Il corpus musicologico di A. annovera contributi quali Filosofia della musica moderna (1949), Introduzione alla sociologia della musica (1962) e Il fido maestro sostituto. Studi sulla comunicazione della musica (1963).
Se i frammenti di Minima moralia, elaborati negli anni dal 1944 al 1947 e pubblicati nel 1951, testimoniano del suo impegno, l’opera più significativa in cui A. approfondisce la propria riflessione è certamente La dialettica dell’Illuminismo scritta con Horkheimer (1947). In essa viene formulata organicamente la ‘teoria critica’ e stigmatizzata la logica del profitto che orienta la produzione industriale dei beni culturali snaturando la creatività. Nella società tecnologica l’uomo, ridotto a standard collettivi di comportamento, non ha più la capacità di difendersi dalla propaganda esercitata attraverso i mass media e si convince della razionalità del meccanismo che lo opprime. I media concorrono al processo di "omogeneizzazione dei valori": lungi dal favorire la democratizzazione, ingenerano conformismo e sottomissione. Sebbene il pensiero non sia in grado, di per sé, di mutare le cose del mondo, esso ha tuttavia il compito irrinunciabile di "porsi di fronte a ciò che lo sgomenta" come "pensiero negativo", cioè in quella posizione di rifiuto del dato positivo che rappresenta per la Scuola di Francoforte la più caratteristica postulazione della dialettica hegeliana. Riprendendo anni dopo la tematica dell’industria culturale, A. ribadirà con forza che la società di massa non è altro che illusione e alienazione. La tesi sarà sviluppata, con successo popolare, da Herbert Marcuse.
Tra le altre opere di A. si segnalano le Lezioni di sociologia tenute in comune con Horkheimer (1956), Dialettica negativa (1967) e Teoria estetica (pubblicata postuma nel 1970). Negli ultimi anni di vita la sua "mentalità saggia e insieme tragica e scontrosa" (come l’aveva definita Thomas Mann) entrò in contrasto con il movimento studentesco che non seppe riconoscere il debito verso il suo magistero, mentre A. non ne voleva riconoscere la propria paternità.
Bibliografia
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Filosofia della musica moderna, Einaudi, Torino 1959.
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Il fido maestro sostituto. Studi sulla comunicazione della musica, Einaudi, Torino 1969.
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Introduzione alla sociologia della musica, Einaudi, Torino 1971.
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Minima moralia, Einaudi, Torino 2005 (ed. orig. 1951).
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Teoria estetica, Einaudi, Torino 1975.
- ADORNO Theodor Wiesengrund, Current of Music. Éléments pour une théorie de la radio, Editions de la Maison des sciences de l'homme, Paris, Québec 2010.
- CHECCONI Sergio (ed.), Teoria critica della società. Antologia di scritti di Adorno, Horkheimer e Marcuse, Calderini, Bologna 1970.
- DALLMAYR Fred R., Between Freiburg and Frankfurt, University of Massachussets Press, Amherst (MA) 1991.
- DANESE G., Theodor Wiesengrund Adorno, il compositore dialettico, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2008.
- FERRARI M. - VENTURELLI A. (edd.), Theodor W. Adorno. La ricezione di un maestro conteso, Leo Olschki, Firenze 2005.
- JAY Martin, Adorno, Harvard University Press, Cambridge (MA) 1984.
- MAURIZI C. M., Adorno e il tempo del non-identico. Ragione, progresso, redenzione, Jaca Book, Milano 2004.
- NARDI Massimo, Pensare nella verità. L’itinerario della ragione dialettica, Studium, Roma 1993.
- PELLEGRINO Paolo, Teoria critica e teoria estetica in Th. W. Adorno, Argo, Lecce 1997.
- PETRUCCIANI Stefano, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma/Bari 2007.
- SANTORO Liberato, La filosofia della musica nel pensiero di T. W. Adorno, PUG, Roma 1972.
- ZURLETTI S., Il concetto di materiale musicale in Th.W. Adorno, Il Mulino, Bologna 2006.
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Come citare questa voce
Gagliardi Carlo , Adorno Theodor W., in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (11/10/2024).
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