Moles Abraham
- Testo
- Bibliografia7
- Links1
- Voci correlate
Autore: Carlo Gagliardi
Nasce a Parigi nel 1920. Studia in diverse università francesi e alla Columbia University di New York combinando con originale sintesi sia l’approccio scientifico sia quello umanistico che, oltre a tradursi in lauree d’ingegneria, scienze fisiche e filosofia, permeano interamente la sua produzione. Dopo aver esordito al Centro nazionale per la ricerca scientifica di Marsiglia (1945-1954), dirige fra l’altro il Laboratorio di musica elettronica Scherchen di Gravesano (Svizzera), fonda il Centro studi metodologici (Francia) e collabora a istituti culturali e di ricerca. Docente di sociologia e Direttore dell’Istituto di psicologia sociale delle comunicazioni all’Università di Strasburgo, insegna anche in atenei del Canada, degli Stati Uniti e del Messico. Muore nel 1992.
Il contributo di M. è complessivamente marcato dall’applicazione delle scienze fisiche e della cibernetica alle scienze sociali e alla produzione artistica. La teoria informazionale della percezione estetica ha favorito numerosi sviluppi nell’apporto del computer alla creatività ("strutturalismo statistico"). Da una prospettiva sociologica spiega, nel quadro di un approccio sistemico, il funzionamento dei meccanismi ideativi e la diffusione della cultura nell’età della comunicazione di massa e analizza la funzione dei mass media nel processo di "accrescimento" culturale, inteso in senso puramente quantitativo (senza implicazioni sul piano dei valori).
Se l’immagine della cultura tradizionale, basata sullo iato fra gli strati sociali, rimanda a una sorta di piramide, a un complesso culturale gerarchicamente ordinato, "la cultura di massa osserva M. si presenta invece come una rete estremamente diversificata di frammenti disparati e disordinati di conoscenze (culturemi) che vanno a costituire una cultura-mosaico". Invece che sulla disuguaglianza di numerosi strati, la cultura di massa si basa essenzialmente su una dicotomia socio-culturale: da una parte, il "ristretto gruppo dei creatori" che elabora i messaggi e, pur immerso nella cultura-mosaico, si distingue per la capacità di dar forma agli elementi di conoscenza, fonderli tramite i media e incorporarli nel tessuto culturale; dall’altra, la "massa dei recettori" esposta ai messaggi, alle conoscenze, ai simboli veicolati dai mezzi di comunicazione. Tra i due poli di un "micro-ambiente" (creatori) e di un "macro-ambiente" (pubblico) si collocano i mass media, intermediari in un processo comunicativo che non è lineare ma ciclico: una sorta di circuito in cui i vari termini interagiscono non a senso unico ma dialetticamente.
A livello del micro-ambiente dei creatori, l’elaborazione dei messaggi è peraltro influenzata da "agenti di condizionamento" che determinano un primo processo selettivo: tali possono essere i gruppi di pressione e le reazioni del pubblico. Una seconda selezione si compie al momento della ricezione, in rapporto alla maggiore/minore obsolescenza o sedimentazione dei messaggi nella mente e nella cultura degli individui. La comunicazione di massa, in particolare la televisione e la radio, partecipa al processo quale anello di congiunzione, "centro sensibile dell’intero corpo sociale", attraverso cui un limitato numero di individui può influire in varia misura sulla cultura della massa. Le modalità di questa influenza dipendono dal tipo di dottrina che ispira i creatori.
In proposito M. distingue quattro teorie: 1) teoria demagogica (che si propone di veicolare una serie di valori esclusivamente commerciali, subordinando a essi sia i programmi sia i contenuti); 2) teoria dogmatica (in parte simile alla precedente, se ne distingue in quanto veicola valori ideologici, politici o religiosi); 3) teoria culturalista (che ha per obiettivo l’integrazione dell’individuo nella cultura della società in cui vive); 4) teoria sociodinamica (deriva e insieme supera quella culturalista agendo, non tanto per l’adeguamento allo stato di fatto, quanto per un’azione diretta di progresso). Nella realtà le teorie coesistono, sovrapposte e dosate in varia misura nella politica culturale.
La produzione di M. è molto articolata e caratterizzata da un mix tra scienza, psicologia e sociologia in chiave del tutto originale. Tra le sue opere che più direttamente affrontano la tematica e i nodi della comunicazione, segnalandosi per un forte valore aggiunto: Teoria dell’informazione e percezione estetica, Lerici, Roma 1969 (ed. orig. 1958); Sociodinamica della cultura, Guaraldi, Bologna 1971 (ed. orig. 1963); L’ affiche dans la société urbaine, Duned, Paris 1970; Art et ordinateur, Blusson, Paris 1990; con Rohmer E.: L’image, communication functionelle, Casterman, Paris 1981; Théorie structurale de la communication et société, Masson, Paris 1988; Les sciences de l’imprécis, Seuil, Paris 1990.
Il contributo di M. è complessivamente marcato dall’applicazione delle scienze fisiche e della cibernetica alle scienze sociali e alla produzione artistica. La teoria informazionale della percezione estetica ha favorito numerosi sviluppi nell’apporto del computer alla creatività ("strutturalismo statistico"). Da una prospettiva sociologica spiega, nel quadro di un approccio sistemico, il funzionamento dei meccanismi ideativi e la diffusione della cultura nell’età della comunicazione di massa e analizza la funzione dei mass media nel processo di "accrescimento" culturale, inteso in senso puramente quantitativo (senza implicazioni sul piano dei valori).
Se l’immagine della cultura tradizionale, basata sullo iato fra gli strati sociali, rimanda a una sorta di piramide, a un complesso culturale gerarchicamente ordinato, "la cultura di massa osserva M. si presenta invece come una rete estremamente diversificata di frammenti disparati e disordinati di conoscenze (culturemi) che vanno a costituire una cultura-mosaico". Invece che sulla disuguaglianza di numerosi strati, la cultura di massa si basa essenzialmente su una dicotomia socio-culturale: da una parte, il "ristretto gruppo dei creatori" che elabora i messaggi e, pur immerso nella cultura-mosaico, si distingue per la capacità di dar forma agli elementi di conoscenza, fonderli tramite i media e incorporarli nel tessuto culturale; dall’altra, la "massa dei recettori" esposta ai messaggi, alle conoscenze, ai simboli veicolati dai mezzi di comunicazione. Tra i due poli di un "micro-ambiente" (creatori) e di un "macro-ambiente" (pubblico) si collocano i mass media, intermediari in un processo comunicativo che non è lineare ma ciclico: una sorta di circuito in cui i vari termini interagiscono non a senso unico ma dialetticamente.
A livello del micro-ambiente dei creatori, l’elaborazione dei messaggi è peraltro influenzata da "agenti di condizionamento" che determinano un primo processo selettivo: tali possono essere i gruppi di pressione e le reazioni del pubblico. Una seconda selezione si compie al momento della ricezione, in rapporto alla maggiore/minore obsolescenza o sedimentazione dei messaggi nella mente e nella cultura degli individui. La comunicazione di massa, in particolare la televisione e la radio, partecipa al processo quale anello di congiunzione, "centro sensibile dell’intero corpo sociale", attraverso cui un limitato numero di individui può influire in varia misura sulla cultura della massa. Le modalità di questa influenza dipendono dal tipo di dottrina che ispira i creatori.
In proposito M. distingue quattro teorie: 1) teoria demagogica (che si propone di veicolare una serie di valori esclusivamente commerciali, subordinando a essi sia i programmi sia i contenuti); 2) teoria dogmatica (in parte simile alla precedente, se ne distingue in quanto veicola valori ideologici, politici o religiosi); 3) teoria culturalista (che ha per obiettivo l’integrazione dell’individuo nella cultura della società in cui vive); 4) teoria sociodinamica (deriva e insieme supera quella culturalista agendo, non tanto per l’adeguamento allo stato di fatto, quanto per un’azione diretta di progresso). Nella realtà le teorie coesistono, sovrapposte e dosate in varia misura nella politica culturale.
La produzione di M. è molto articolata e caratterizzata da un mix tra scienza, psicologia e sociologia in chiave del tutto originale. Tra le sue opere che più direttamente affrontano la tematica e i nodi della comunicazione, segnalandosi per un forte valore aggiunto: Teoria dell’informazione e percezione estetica, Lerici, Roma 1969 (ed. orig. 1958); Sociodinamica della cultura, Guaraldi, Bologna 1971 (ed. orig. 1963); L’ affiche dans la société urbaine, Duned, Paris 1970; Art et ordinateur, Blusson, Paris 1990; con Rohmer E.: L’image, communication functionelle, Casterman, Paris 1981; Théorie structurale de la communication et société, Masson, Paris 1988; Les sciences de l’imprécis, Seuil, Paris 1990.
Foto
Non ci sono foto per questa voce
Video
Non ci sono video per questa voce
Bibliografia
- BALDELLI Pio, Dibattito sul significato e indicazioni di ricerca in una prospettiva alternativa in MOLES Abrahm, Sociodinamica della cultura, Guaraldi, Bologna 1971.
- BECHELLONI Giovanni, Prefazione in MOLES Abrahm, Sociodinamica della cultura, Guaraldi, Bologna 1971.
- MATHIEN M., Moles et la communication, Actes du Colloque "Communication, Espace et Société", Conseil de l'Europe 1994.
- MOLES Abrahm A., Sociodinamica della cultura, Guaraldi, Bologna 1971.
- ROHMER E., Moles et l'école de Strasbourg in La physique des sciences de l'homme, Oberlin, Strasbourg 1989.
- ROHMER E., Abraham Moles, un intellectuel étranger à la société in «Société», 24 (1989).
- SCHWACH V., La psychosociologie de l'espace. Introduction aux théories d'A. Moles in «Bulletin de Micropsychologie», 32 (1997).
Documenti
Non ci sono documenti per questa voce
Note
Come citare questa voce
Gagliardi Carlo , Moles Abraham, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/11/2024).
Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
825