Leggibilità
- Testo
- Bibliografia5
- Voci correlate
Autore: Mario Molinari
È la prima caratteristica che deve avere un testo, una composizione. Essa è formata da due concetti distinti, che concorrono entrambi alla sua definizione:
se è riferita a un carattere, la si può intendere come la chiarezza, la facilità o la rapidità con cui un carattere può essere identificato;
se invece è riferita a un blocco di composizione o a una intera pagina, essa può essere considerata il grado di facilità di lettura (comfort di lettura) che presenta quella composizione nonostante il prolungarsi della lettura nel tempo.
È chiaro quindi che la l. complessiva di un testo dipende da due tipi di fattori: uno legato al disegno del carattere; l’altro dipendente dal suo uso in un contesto tipografico appropriato.
In lingua inglese i due significati sono distinti: la caratteristica legata al disegno del carattere viene definita readability; quella dipendente dalle scelte tipografiche legibility. Un testo quindi può essere readable ma non legible, nel senso che si può aver scelto un carattere le cui lettere hanno un disegno con buone caratteristiche di chiarezza e facilità di identificazione, ma che un uso sbagliato per esempio del corpo, della giustezza o dell’interlinea rende la pagina di lettura non confortevole (Carattere da stampa).
La l. di un testo è correlata al meccanismo psicofisico della percezione visiva. Tale meccanismo procede per salti o, più esattamente, per fissazioni di 5-10 lettere per volta (a seconda dell’allenamento alla lettura, della stanchezza dei muscoli oculari, della illuminazione, della struttura e grandezza dei gruppi di lettere...). Le fissazioni sono colte orizzontalmente da sinistra a destra, procedendo per balzi da una fissazione all’altra. Quando gli occhi non hanno captato bene e trasmesso comprensibilmente una fissazione, il lettore deve tornare indietro per controllare meglio la fissazione incompresa.
I tempi della percezione visiva riferiti a un lettore di medie capacità sono: da 1/5 a 1/20 di secondo per ogni fissazione; 1/20.000 di secondo per ogni balzo; un tempo imprecisato, ma sempre relativamente lungo, per i ritorni.
Favoriscono la percezione e il collegamento tra le fissazioni i cosiddetti ritmi letterali, che sono le combinazioni e le diversificazioni formali che mettono in risalto i segni alfabetici: rotondo-non rotondo, obliquo-diritto-orizzontale, medio-alto, medio-basso, chiaro-scuro, pieno-vuoto.
Il minuscolo, per esempio, si presenta più ricco di ritmi letterali del maiuscolo, e pertanto è meglio percepibile dagli occhi. Infatti essi captano le fissazioni attraverso i contorni e le differenziazioni formali interne. D’altronde è un’esperienza che tutti abbiamo fatto di quanto sia più penosa e lenta la lettura di un lungo brano tutto in maiuscolo.
La scelta del carattere è fondamentale per la l., specialmente per stampati la cui lettura si prolunga nel tempo, in situazioni di concentrazione. Meno importante invece per la l. è la scelta dei caratteri per gli stampati pubblicitari, per i quali la caratteristica principale non è tanto la l. quanto la visibilità e il potere di attrazione della curiosità.
Gli studiosi di tipologia grafica concordano su alcuni requisiti essenziali del carattere di testo, ai fini della l.: classicità di disegno, armonia di linee, essenzialità di struttura, ricchezza di elementi differenziati, contrasto non eccessivo tra gli elementi differenziati, bianchi interni ed esterni sufficienti per la distinzione immediata delle singole lettere, serie tonda, tonalità media (ossia né caratteri troppo chiari né neretti).
se è riferita a un carattere, la si può intendere come la chiarezza, la facilità o la rapidità con cui un carattere può essere identificato;
se invece è riferita a un blocco di composizione o a una intera pagina, essa può essere considerata il grado di facilità di lettura (comfort di lettura) che presenta quella composizione nonostante il prolungarsi della lettura nel tempo.
È chiaro quindi che la l. complessiva di un testo dipende da due tipi di fattori: uno legato al disegno del carattere; l’altro dipendente dal suo uso in un contesto tipografico appropriato.
In lingua inglese i due significati sono distinti: la caratteristica legata al disegno del carattere viene definita readability; quella dipendente dalle scelte tipografiche legibility. Un testo quindi può essere readable ma non legible, nel senso che si può aver scelto un carattere le cui lettere hanno un disegno con buone caratteristiche di chiarezza e facilità di identificazione, ma che un uso sbagliato per esempio del corpo, della giustezza o dell’interlinea rende la pagina di lettura non confortevole (Carattere da stampa).
La l. di un testo è correlata al meccanismo psicofisico della percezione visiva. Tale meccanismo procede per salti o, più esattamente, per fissazioni di 5-10 lettere per volta (a seconda dell’allenamento alla lettura, della stanchezza dei muscoli oculari, della illuminazione, della struttura e grandezza dei gruppi di lettere...). Le fissazioni sono colte orizzontalmente da sinistra a destra, procedendo per balzi da una fissazione all’altra. Quando gli occhi non hanno captato bene e trasmesso comprensibilmente una fissazione, il lettore deve tornare indietro per controllare meglio la fissazione incompresa.
I tempi della percezione visiva riferiti a un lettore di medie capacità sono: da 1/5 a 1/20 di secondo per ogni fissazione; 1/20.000 di secondo per ogni balzo; un tempo imprecisato, ma sempre relativamente lungo, per i ritorni.
Favoriscono la percezione e il collegamento tra le fissazioni i cosiddetti ritmi letterali, che sono le combinazioni e le diversificazioni formali che mettono in risalto i segni alfabetici: rotondo-non rotondo, obliquo-diritto-orizzontale, medio-alto, medio-basso, chiaro-scuro, pieno-vuoto.
Il minuscolo, per esempio, si presenta più ricco di ritmi letterali del maiuscolo, e pertanto è meglio percepibile dagli occhi. Infatti essi captano le fissazioni attraverso i contorni e le differenziazioni formali interne. D’altronde è un’esperienza che tutti abbiamo fatto di quanto sia più penosa e lenta la lettura di un lungo brano tutto in maiuscolo.
La scelta del carattere è fondamentale per la l., specialmente per stampati la cui lettura si prolunga nel tempo, in situazioni di concentrazione. Meno importante invece per la l. è la scelta dei caratteri per gli stampati pubblicitari, per i quali la caratteristica principale non è tanto la l. quanto la visibilità e il potere di attrazione della curiosità.
Gli studiosi di tipologia grafica concordano su alcuni requisiti essenziali del carattere di testo, ai fini della l.: classicità di disegno, armonia di linee, essenzialità di struttura, ricchezza di elementi differenziati, contrasto non eccessivo tra gli elementi differenziati, bianchi interni ed esterni sufficienti per la distinzione immediata delle singole lettere, serie tonda, tonalità media (ossia né caratteri troppo chiari né neretti).
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Bibliografia
- Tecnologia grafica, Scuola Grafica San Zeno, Verona 1996.
- BLANCHARD Gérard, L’eredità Gutenberg. Per una semiologia della tipografia, Gianfranco Altieri Editore, Torino 1989.
- FUMANELLI Luigi, La composizione e impaginazione dei testi, Scuola Grafica San Zeno, Verona 1993.
- FUMANELLI Luigi, Il carattere nella storia e nell’arte della stampa, Centro Salesiano Arti e Mestieri, Venezia 1965.
- ROMANO Frank J., The GATF Encyclopedia of graphic communications, Graphic Arts Technical Foundation, Pittsburgh (PA) 1998.
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Come citare questa voce
Molinari Mario , Leggibilità , in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (06/12/2024).
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